L’impatto della tecnologia sulle nostre vite continua ad aumentare a dismisura, non riusciamo più a farne a meno. In questo processo incrementale si possono ben distinguere ambiti differenti di influenza tecnologica. Se apparentemente le tecnologie “sociali”, in grado di generare community, rapporti sociali e lavorativi, sembrano le più impattanti, dobbiamo dare il giusto peso alle innovazioni “urbanistiche”, quelle tecnologie che cambiano le nostre città rendendole a misura d’uomo.
Le problematiche urbane da risolvere per migliorare la vita dei cittadini sono molteplici, dai trasporti ai rifiuti, dalla connettività alla sicurezza.
In occasione della premiazione finale dell’European Capital of Innovation, che si terrà il 22 settembre e che vede Milano finalista, analizziamo le tecnologie applicate negli anni da tante città europee per raggiungere il traguardo di “Smart city”.
Ginevra, Svizzera.
Con il progetto “Smart Canton” sono stati installati migliaia di sensori per la rilevazione di dati quali il rumore stradale, l’usura dell’asfalto, il tempo impiegato dai cittadini per trovare parcheggio, la durata delle soste e le corse meno impiegate dei mezzi pubblici.
Sulla base dei dati raccolti si sono sviluppate tecnologie funzionali e miglioramenti delle esistenti. Sensori installati nei parcheggi o luoghi pubblici segnalano all’automobilista i posti liberi, evitandogli lunghe ricerche e stress. L’analisi sui rumori stradali ha permesso di capire l’impatto che essi hanno su pedoni ed automobilisti, indirizzando in modo specifico gli sforzi per migliorare la viabilità.
L’azienda ABB ha sviluppato delle pensiline per bus elettrici che permettono di ricaricare ad ogni sosta il mezzo, le fermate della durata media di 15 secondi permettono al bus elettrico di non doversi mai fermare per la ricarica.
Dunque l’utilizzo di tecnologie di monitoraggio ed analisi hanno permesso un’azione di miglioramento mirata per la viabilità ed i trasporti, azione analoga intrapresa anche dalla città di Losanna.
Stoccolma, Svezia.
Città portuale, con un ingente traffico navale, ha visto azzerare l’impatto acustico e l’inquinamento dovuto alle navi che stazionano nelle banchine. Elettrificando i porti si consente alle navi di approvvigionarsi tenendo spenti i loro generatori e motori inquinanti, sostenendo tutti i sistemi con la rete portuale.
Forse una delle innovazioni più interessanti è la temporizzazione in tempo reale dei semafori, con sensori in grado di analizzare l’entità del traffico urbano ed arrivare quindi ad una gestione funzionale dei semafori, favorendo tra l’altro il trasporto pubblico. Pensate che qualora un bus pubblico sia in ritardo sulla tabella di marcia, il sistema di gestione andrà a regolare i semafori in modo tale da far recuperare il tempo perduto.
Per quanto riguarda i parcheggi Stoccolma condivide una tecnologia con la nostra Milano, la possibilità di pagare il parcheggio via app o la colonnina dematerializzata, nessun tagliando da affiggere.
Efficiente anche la gestione dell’illuminazione pubblica, marciapiedi con sensori di movimento permettono di avere luce solo quando percepiscono pedoni.
Pe la questione rifiuti altra strategia molto smart, secchioni con sensori in grado di monitorare il riempimento degli stessi. Dunque netturbini solo quando vi è estrema necessità, ottimizzazione permessa ovviamente da secchi in grado di compattare rifiuti ed aumentare capienza, alimentati con fotovoltaico. Si è passati da una media di più di uno svuotamento al giorno a 4 alla settimana, diminuzione di circa il 50%.
Per finire, tempestività ed efficienza nel risolvere malfunzionamenti e disservizi. Da una semplice app si può segnalare un cassonetto troppo pieno, un albero caduto, un muro imbrattato e tramite la geolocalizzazione l’amministrazione invierà in tempi record una squadra di manutentori sul posto.
Grazie a questi e molti altri progetti innovativi, nel 2019 la città ha ricevuto l’ambito riconoscimento da parte dello Smart City Expo World Congress.
Bristol, UK.
Dopo essere stata incoronata nel 2015 del premio European Green Capital Awards, Bristol si è trasformata nella capitale dell’Internet of Things. Grazie al progetto “Hello lamp post” i cittadini possono comunicare con l’arredo urbano, chiedere alla pensilina dell’autobus quali sono le tratte e gli orari dei bus, chiedere ai semafori la situazione del traffico, lasciare segnalazioni o suggerimenti. Tutto ciò è permesso da una complessa rete in connessione 5G, unica in Europa. Vengono così controllate in tempo reale numerose telecamere con IA e filtri termici in grado di capire variazioni importanti nei corsi d’acqua, ad esempio, ed intervenire per prevenire allagamenti, o anche variazioni significative nei boschi e nei giardini per la prevenzione di incendi.
Helsinki, Finlandia.
I temi principali affrontati nei progetti di sviluppo della città sono Open Data, Living Labs, crowdsourcing e rete internet. L’obiettivo quello di rendere i servizi dei cittadini più accessibili possibili, a portata di smartphone, grazie al Forum Virium Helsinki’s Smart Project Area, un connubio vincente iniziato nel 2005 tra la città e numerose aziende nazionali e non come Nokia, Ibm, Siemens.
Helsinki è dunque la prima città europea a lanciare progetti innovativi come il monitoraggio real time di parametri come il traffico e le temperature delle superfici urbane.
Nel 2009, ancora a testimoniare la precocità nella visione della città finlandese, si è introdotta una carta unica per i servizi ai cittadini che fa al tempo stesso da carta d’identità, ticket per mezzi pubblici e vaucher per il cibo, verrà sperimentata poi a Milano durante l’Expo 2015.
Barcellona, Spagna.
Se c’è un punto in comune tra tutte le smart cities è sicuramente il monitoraggio in tempo reale e l’utilizzo massivo di dati. Barcellona si posiziona un gradino sopra le altre città elencate non per la quantità di dati, piuttosto per la qualità e sicurezza di utilizzo. Per il modello Barcelona Smart City vige l’idea centrale della sovranità tecnologica dei cittadini, dei dati come uno strumento di democrazia partecipata. Infatti, i cittadini hanno scelto spontaneamente di cedere al pubblico i propri dati ed hanno, in un connubio di intenti, fissato gli obiettivi prioritari: edilizia residenziale popolare, mobilità sostenibile ed efficiente, aumento del verde pubblico, transizione energetica ed acqua come bene comune. Grazie alla piattaforma Decidim, comune, cittadini, associazioni, privati, pubblicano progetti innovativi e proposte per la città. Dopo un percorso di formazione ed informazione i cittadini possono valutare e votare i progetti che rispecchiano di più le esigenze della città. Un esempio l’interessante soluzione per i rifiuti in alcune zone di Barcellona, i cassonetti non vengono mai svuotati, con un sistema di tubature pressurizzate si ha il trasporto verso le aree e gli impianti di riciclo e smaltimento.
Ad oggi la piattaforma Decidim è stata esportata in altre città spagnole e non solo: Helsinki, Pamplona, Waterloo, Nancy, Loiret, Ciudad de Mexico.
L’esempio di come le smart city possano essere non solo migliori servizi per i cittadini ma anche più democrazia.
Riccardo Rocchi